mercato di sanpolinoC’era una volta il mercato!
Eh si, proprio così! Dopo il riscontro degli ultimi
lunedi sembra ormai scontato che il mercato sperimentale di Sanpolino in via
Malga Bala sia giunto ad un triste epilogo. Nonostante fosse partito a fine
settembre con dei buoni propositi e un discreto ottimismo, il lunedi successivo
all’ inaugurazione sono subito cominciati i primi commenti negativi da parte
della gente che visitava il mercato e da parte dei mercanti stessi. I primi si
lamentavano del fatto che ci fossero poche bancarelle e che alcune di loro
avessero merce scadente (abbigliamento) o troppo cara (tipo dolci e caramelle).
I secondi, (solo qualche mercante), si lamentava che c’era poca affluenza
causata, secondo loro, dal numero ridotto di bancarelle e dalla scarsa
pubblicità riservata all’evento da parte del comune. Praticamente ogni lunedi i
malumori crescevano senza che nessuno (mercanti e comune) dimostrasse di voler
trovare una soluzione al problema. E così sono cominciati i primi ritiri; la
bancarella del pesce, poi quello del pane, fino a quella del pollo. E che
mercato potrebbe essere senza queste bancarelle alimentari? Ovviamente la gente
che andava al mercato era sempre meno e quelli che venivano talvolta avevano la
sorpresa di trovarsi 4 o 5 bancarelle o addirittura, passato da poco le 12, di
non trovar più nessuna bancarella. Non parliamo poi dei lunedi con pioggia o
vento. La mattina presto si presentavano solo 6 o 7 mercanti, che entro le 10
si avviavano sconsolati verso casa.
Così, sia lunedi 1 dicembre (complice il maltempo), che lunedi 8 dicembre (pur
potendo svolgere il mercato nonostante fosse un giorno festivo), all’appello
non si è presentata nessuna bancarella e via Malga Bala è restata occupata solo
da quei nuovi cartelli di divieto di sosta di lunedi per area mercantile?!
Ne ho sentite tante di critiche e di gente che crede di aver la soluzione al
problema, del tipo: dovrebbero farlo di sabato o di domenica, dovrebbero
posizionarlo sotto la stazione metropolitana, dovrebbero mettere almento 25
bancarelle, ecc.
Voci di corridoio raccontano che i mercanti non si presentino in segno di
protesta nei confronti del comune e che lo stesso comune abbia intenzione di
spostarli in un’altra zona del quartiere più frequentata, per dargli un’altra
chance.
Resta il fatto che, a mio parere, abbiamo tutti delle colpe se il mercato ha
fallito. Il comune, forse, poteva pubblicizzare di più il mercato, vista la
particolarità di questo quartiere, tenere più stretti contatti con i mercanti
(che a loro dire si son sentiti abbandonati), e non far partire la
sperimentazione mercato a fine estate, tenendo in considerazione che anche i
mercati storici della città durante il periodo invernale hanno un calo di
vendite e di affluenza.
I mercanti, forse, potevano avere meno discontinuità sia nei prodotti che negli
orari (es. andarsene alle 13.00 e non alle 12), presentarsi un po’ più ottimisti
e non subito polemici com’ è successo, visto che mai come in questo periodo di
crisi, per guadagnare facendo il commerciante, bisogna portar pazienza senza
pretendere di aver tutto subito, e presentarsi anche quando piove perchè
comunque l’ autunno/inverno succede spesso.
Noi abitanti invece, forse, potevamo sostenere il progetto mercato di quartiere
semplicemente frequentandolo (ovviamente chi ne aveva la possibilità) facendo
anche piccoli acquisti o interagendo coi mercanti, in modo da dimostrare loro
di tenerci, senza mai dimenticare che il mercato è spesso un pregio per un
quartiere. E per ultimo potevamo evitare di essere cinicamente critici.

di Thomas Gentili

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