Qualche giorno fa è apparsa sul quotidiano “Il Giornale di Brescia” una lettera al Direttore inviata da un residente in una palazzina di Sanpolino realizzata, appunto, da detto consorzio. La signora ha ritenuto di far pervenire anche alla nostra redazione la sua lettera nella speranza che le sue richieste abbiano presto un seguito.
Pubblichiamo il testo integrale della lettera al direttore del quotidiano bresciano:
Abito da quasi tre anni a Sanpolino, certamente il quartiere è noto considerato che il quotidiano da Lei diretto ha dedicato pagine intere circa la realizzazione del suddetto rione, tanta pubblicità e grancassa mediatica sui progetti all’avanguardia realizzati nel nuovo quartiere di Sanpolino; premi, tesi di laurea e articoli inseriti in riviste a tiratura nazionale, programmi televisivi che trattano dell’applicazione della bioedilizia e dell’architettura biodinamica con particolari accorgimenti e requisiti in termini di risparmio energetico, dell’utilizzo della domotica nella costruzione di soluzioni abitative rispondenti a criteri di sostenibilità e alle richieste di salvaguardia ambientale dettate dal protocollo di Kyoto… ma non è tutto oro quello che luccica! Una paradossale eterogenesi dei fini ha infatti portato l’utenza ad uno stato di profondo malcontento per l’approssimazione di come il Consorzio Eco 15 composto da: Coop Casa; Unieco; Paterlini & Tonolini; Gruppo Sandrini; Hinterland Brescia; Cooperativa Unitaria si sono consorziate per edificare il comparto 15, riservandosi anche la nomina dell’amministratore. Ma Signor Direttore Vi siete chiesti se la convenzione stipulata dal Comune di Brescia e i costruttori è stata rispettata? Credo proprio di no, perché dopo l’assegnazione degli alloggi non ci sono più stati articoli sui quotidiani, allora Egregio Direttore le chiedo perché non manda un giornalista a chiedere agli assegnatari degli appartamenti se sono soddisfatti di come le imprese costruttrici hanno operato? Dopo l’assegnazione degli alloggi noi proprietari abbiamo scritto svariate volte all’amministratore, al Consorzio Eco 15, all’ufficio tecnico del Comune di Brescia evidenziando i gravi vizi di costruzione della palazzina in particolare, la non pavimentazione delle scale ed atri, il non funzionamento dell’impianto di areazione/aspirazione e di tante altre imperfezioni, (si precisa che ad oggi, anche se abbiamo dovuto sostenere noi le spese per pavimentare le scale ed gli atri, i lavori non sono ancora terminati). Che importa ai residenti se si disquisisce di materiali eco-compatibili, di “ciclo di vita dell’edificio” attraverso la considerazione di elementi come l’esposizione, l’orientamento, i venti, la vegetazione e le risorse idriche del sito edificato, di innovazioni quali i pannelli fotovoltaici, l’impianto per il riciclo dell’aria e le tecnologie per l’isolamento tra i vari appartamenti, quando dobbiamo aspettare anni perché un tecnico intervenga ad effettuare una riparazione? Poiché dopo svariate comunicazione fatte pervenire l’impianto risulta mal funzionante e da circa un anno è completamente fermo rendendo maleodorante l’appartamento ho chiesto intervento per la verifica tecnica ed igienica del caso all’ufficio igiene dell’ASL. Perché ad oggi 1 dicembre 2010 non si sa quanto e se il lavoro sarà eseguito. Potete immaginare il nostro malcontento. Una progettazione guidata da regole atte a creare ambienti sicuri dal punto di vista igienico/ambientale è molto importante ed anzi indispensabile al giorno d’oggi, ma deve essere supportata da un programma di manutenzione che garantisca ai risultati ottenuti una longevità adeguata, efficace e produttiva. Le nostre case sono sì edilizia popolare, ma anche il frutto di anni di sacrificio, di duro lavoro e di contributi onestamente versati. So che le mie rimostranze non sono isolate e anche altri hanno ravvisato fondati motivi di protesta nel vedere i nostri diritti umiliati ed ignorati. Per concludere Signor Direttore, Le chiedo di ascoltare anche le nostre rimostranze e la prego venga a verificare se effettivamente quello che scrivo corrisponde a verità, e se di come sono stati eseguiti alcuni lavori, i ritardi negli interventi necessari alla risoluzione dei problemi, forse le ditte costruttrici e l’amministratore prendono atto che qualche errore è stato commesso, in sostanza noi chiediamo di migliorare l’organizzazione dei lavori da eseguire, la tempistica degli interventi e le relazioni con gli abitanti della palazzina.
Enza Lembo.

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