Sbagliato il periodo, sbagliate le argomentazioni, sbagliato il contesto. Ecco come una manifestazione in piazza si può trasformare in un vero e proprio boomerang rendendo palpabile un calo di consensi sempre più evidenti a causa di un progressivo distaccarsi della gente da una politica lontana dalla realtà sociale.
Sbagliato il periodo? Certamente un sabato di piena estate non è il pomeriggio migliore per organizzare una manifestazione pubblica, tanto più se ci sono 30 gradi. In fondo se i leghisti invitavano già i loro elettori ad andare al mare il 12 di giugno, in occasione dei referendum, non possono poi lamentarsi se la gente al mare c’è andata davvero e c’è pure rimasta. In questi casi si suol dire che chi è causa del suo male pianga se stesso!
Sbagliate le argomentazioni? Certo che si, in fondo non si può dire che chi manifesta per tutelare la propria persona ed i propri diritti manchi di rispetto ad una intera città. Alla fine, è probabile che, in un periodo di grave crisi economica con tagli in qualsiasi settore, diminuzione di potere d’acquisto dei salari, rivalutazioni delle pensioni sotto inchiesta e introduzione di nuove tasse ed addizionali varie per pagare il federalismo voluto dalla Lega Nord, la gente si sarebbe aspettata di scendere in piazza per questioni “più immediate” rispetto alla solita guerra all’extracomunitario che ormai, visti i presenti, interessa davvero a pochi.
Sbagliato il contesto? Noi diremmo proprio di si. Appena qualche settimana fa la Lega Nord insieme ai suoi alleati al governo della città ha introdotto nuove tasse per i cittadini bresciani e probabilmente adesso era invece il caso di recitare il “mea culpa” per avere difeso fino allo stremo un federalismo che doveva tagliare le tasse e che invece sta producendo effetti pesantemente opposti.
Alla fine in Piazza Loggia vi erano più politici che cittadini e a nulla sono valse le presenze annunciate dei big della politica locale fino all’europarlamentare Borghezio. Probabilmente è l’inizio della fine dell’epoca del secessionismo e del razzismo a tutti i costi, parole che ormai riempiono solo Pontida ma lasciano sempre più vuote le piazze.
Ora i cittadini italiani e quelli bresciani hanno cose più serie a cui pensare che dividere l’Italia: adesso tutti stiamo facendo i conti con la crisi del lavoro, la crisi del mercato e servono risorse, servizi e lavoro per le famiglie che sono costrette ogni mese a fare i conti con prezzi che salgono e stipendi che non crescono.
Ora i problemi sono altri, per cui consigliamo caldamente ai nostri amministratori di uscire dalle dorate stanze di Palazzo Loggia e scendere in strada ad ascoltare la gente, magari oltrepassando i limiti del centro storico……

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