La situazione all’ex Cava Piccinelli è altamente critica e a rischio di ulteriore peggioramento. Lo sostengono in un volantino congiunto il Comitato Spontaneo contro le Nocività, il Co.di.Sae Legambiente.
Per questa ragione il13 luglio 2012 alle ore 18.30, a Brescia in via Serenissima all’altezza della ex cava Piccinelli (nel tratto tra il sottopasso della tangenziale e il viadotto della metropolitana) sarà effettuato un presidio per denunciare la grave situazione di contaminazione radioattiva e chiedere con forza le necessarie misure e la bonifica dell’area.
In particolare, nel volantino, si evidenzia come ” … Le misure a breve termine adottate nel 1998 per contenere la diffusione della contaminazione, consistenti nella copertura con teli in plastica delle aree maggiormente contaminate, nel ricovero in edificio attiguo all’area di parte del materiale radioattivo e nelle misure di allontanamento delle acque di ruscellamento, appaiono ormai assolutamente inadeguate e inconsistenti.
Riportiamo dal rapporto ARPA dell’aprile 2012:
“I teli sull’area sono tutt’ora presenti e non sono stati rimossi, ma, dopo oltre 20 anni, hanno acquisito una tale fragilità che basta toccarli perché si frantumino. Questi teli, come mostrato in Tavola 2, si sono ormai sollevati e le acque di ruscellamento ora passano sotto e sopra gli stessi, inoltre sull’area sono cresciuti perfino alberi ad alto fusto. Come mostrato in Tavola 2, tutta l’area con evidenze radiologiche scola le proprie acque di dilavamento in un pozzo perdente posto nell’angolo Sud-Est della Sub-Area Cagimetal. Tale pozzo –Vedi Tavola 2- è ormai pieno per circa un metro di sedimenti. Tale sistema di dispersione delle acque di dilavamento è ormai inefficace e, ad avviso dello scrivente, anche inidoneo per il caso in specie, così come più compiutamente documentato e comprovato nel capitolo successivo. Per quanto sopra documentato e motivato le M.I.S.E. (messa in sicurezza d’emergenza) attuate sarebbero inidonee per una contaminazione chimica, pertanto appaiono similmente inidonee per una contaminazione radiologica.”
Sempre dal rapporto ARPA leggiamo che:
“Con 26.22 mm di pioggia il piazzale Cagimetal si è allagato fino a lambire le aree radioattive critiche, pertanto è verosimile che tali aree siano state sommerse con delle piogge notevoli pari a 100 mm di pioggia in 24 ore e/o in altre situazioni ancor più gravose.” E inoltre: “Si è altresì verificata la presenza di materiale contaminato all’interno del capannone della ex Cagimetal detenuto in condizioni non adeguate. E’ quindi necessario il ripristino delle condizioni di messa insicurezza in tempi brevi.”
E’ quindi documentato che una pericolosissima area radioattiva, ubicata in un zona in cui il terreno risulta particolarmente permeabile, è costantemente attraversata dall’acqua piovana e periodicamente allagata. E’ altresì accertato che l’area contaminata è priva delle più elementari misure di sicurezza. Ci chiediamo se anche il vicino laghetto FIPS sia minacciato da questa pericolosa situazione. Le misurazioni ARPA hanno inoltre accertato che il livello di massima risalita della falda è pericolosamente vicino al materiale contaminato da Cesio 137, dal quale ormai solo tre metri. Se la falda dovesse entrare in contatto con il materiale radiottivo si produrrebbe un disastro di proporzioni incalcolabili, per la salute e per l’ambiente. La situazione è altamente critica e potrebbe degenerare a breve.
E’ vergognoso che ad oggi l’area non sia stata messa in sicurezza e non esista un serio progetto di bonifica con sufficiente stanziamentodi fondi.

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