Pubblichiamo il Comunicato Stampa del CodiSa sulle recenti vicende del bitumificio Gaburri:

” Con la riattivazione il 5 novembre 2012 del bitumificio gaburri, dopo il brevissimo periodo di sospensione imposto dalla provincia di brescia, vale la pena ripercorrere l’intera vicenda affinchè possa emergere l’amarezza, non solo degli appartenenti del co.di.s.a. ma di un’intera comunità delusa e maltrattata da enti pubblici (arpa e provincia) piegati ai desiderata di un imprenditore arrogante e poco avvezzo al rispetto delle regole (in quattro fatti distinti: interramento di fresato di asfalto, supero delle quantità di stoccaggio di fresato autorizzato, sanzione amministrativa per oltre un milione di euro da parte del comune di rezzato, supero dei limiti delle emissioni di cov in atmosfera). tutto inizia, almeno per il co.di.s.a., nel settembre 2010, una tremenda estate per i residenti di bettole/buffalora, costretti a restare chiusi in casa nella bella stagione a causa di fastidiosissimi odori di asfalto e bitume che provocano dolorose emicranie. in quel periodo, spinti da cittadini esausti, presentammo a comune, provincia arpa ed asl il primo esposto/petizione sottoscritto da 152 persone, dove si chiedeva un controllo ai due impianti della zona dediti alla produzione di asfalto stradale, uno nella cava faustini di via bose, l’altro nella cava gaburri di via buffalora, oltre alla cessazione delle citate molestie olfattive. passò il freddo inverno, periodo in cui le asfaltature si sospendono, nella speranza di non dover passare un’altra estate rinchiusi in casa. fu una vana speranza. una primavera ed estate ancor più pesanti attendeva i residenti del quartiere. seguirono infatti decine di telefonate e mail dirette agli enti pubblici e rimaste inascoltate, tant’è che fummo costretti a presentare un nuovo esposto/petizione, stavolta firmato da 530 persone a dir poco esasperate. vennero pubblicati vari articoli sulla stampa e trasmessi servizi tv, le stesse insegnanti della scuola elementare “bellini”, giustamente preoccupate per la salute dei loro alunni, nelle giornate più insopportabili, preferivano far trascorrere la ricreazione all’interno della scuola, impedendo, con una insindacabile motivazione, quelle sane corse e giochi tanto attesi. l’asl, nell’ottobre del 2011, sollecitava gli enti competenti alla ricerca e soluzione del grave problema, considerato che può “…costituire pregiudizio per la salubrità del sito e per la salute delle persone….”. non sortendo alcun beneficio, arrivammo ad indire una manifestazione con astensione dalle scuole elementari e medie di buffalora, ottenendo un’adesione totale di tutte le famiglie, nella speranza di far emergere quella sensibilità materna e paterna insita anche nei nostri amministratori. fu una vana speranza. dovemmo attendere fino al 25 luglio 2012. quel giorno, alle ore 09.00, dopo 2 anni di proteste e sopportazioni, tecnici arpa entrarono nella ditta gaburri per misurare le emissioni di cov (composti organici volatili) al camino del bitumificio. tutto il quartiere sapeva che era fuori norma, mancava solo la certificazione, che arrivò. a fronte di un limite autorizzato di 50 mg/nm3, se ne misurarono 98.8, praticamente il doppio. bisogna aggiungere inoltre che dalla relazione arpa è stato rilevato che presso la linea di produzione conglomerati bitumosi erano presenti alcuni polimeri in grani per prove sperimentali non previste dall’autorizzazione in possesso della ditta. aggiungiamo ancora che a fronte di chiarimenti per quanto accettabili ci si aspettava dalle autorita’ competenti un intervento piu’ deciso a favore della salute dei cittadini, se e’ pur vero che il bitumificio e’ rientrato nei limiti 49 contro 50 mg/nm3 previsto in autorizzazione e’ pur vero che cio’ e’ avvenuto su un controllo annunciato, a fronte di un campionamento di 1:45 minuti , e soprattutto con un tenore di ossigeno al 14.2% contro un 17% previsto in autorizzazione. teniamo a sottolineare che dalla relazione arpa del 6 novembre si legge:- preme sottolineare, tuttavia, che il valore misurato e’ molto prossimo al valore limite,soprattutto nella prima ora di campionamento. la condizione impiantistica fotografa un certo “affanno” come evidenzia la prossimita’ del valore di emissione osservato al valore limite (49 contro 50) e la conduzione dell’impianto ad un tenore di ossigeno significativamente inferiore a quello riferito per la categoria impiantistica (14.2% contro 17%). si ribadisce quindi la necessita’ d’ inserimento di specifici presidi depurativi, come gia’ anticipato nella precedente relazione,… anche al fine di ridurre il disagio olfattivo spesso associato alla produzione di conglomerati bitumosi. e’ ormai ben nota, infatti, la correlazione tra i valori elevati di cot,che e’ un indice di funzionalita’ impiantistica che misura le sostanze organiche volatili, e la presenza di odori spesso connessi a questa produzione. era la conferma che centinaia di sottoscrizioni e decine e decine di segnalazioni non erano state frutto della fantasia degli abitanti di buffalora. il 20 agosto 2012, ben un mese dopo, l’arpa comunicava i risultati al comune ma soprattutto alla provincia settore ambiente, quello a cui competono i dovuti provvedimenti obbligatori di legge, richiamati nell’autorizzazione e consistenti nell’immediata sospensione dell’attività dell’impianto. a cui non verrà inspiegabilmente dato seguito. fino al 29 ottobre 2012, quando una delegazione del co.di.s.a. si recava ad un incontro con il dott. davini, dirigente responsabile del settore ambiente della provincia, per chiedere conto della omessa comunicazione a gaburri della sospensione immediata dell’attività. solo dopo nostra ferma richiesta il dirigente inviava in giornata via fax alla ditta, la sospensione che avrebbe dovuto esser comunicata ben due mesi prima!! da questo momento, il procedimento subisce un’accelerazione a favore della ditta, mai vista prima, nonostante le iniziative messe in atto da centinaia di persone. un’accelerazione tanto bruciante da sfiorare la cieca obbedienza nei confronti di un imprenditore sì influente, ma sempre uno solo di fronte alle richieste di un intero quartiere. da una parte il profitto, dall’altra il diritto alla salute. riconosciamo senza vergogna o timore che stavolta ha vinto il profitto di una persona. vale la pena far notare che ormai la stagione delle asfaltature volge al termine ed anche quest’anno, nonostante lo sforamento delle emissioni, tutto si è svolto come se nulla fosse accaduto. venerdì 2 novembre, giorno della “commemorazione dei defunti”, si badi bene, giornata ponte compresa tra la festività del primo novembre ed il fine settimana, l’arpa, con una sollecitudine inconsueta, si recava nuovamente presso il bitumificio gaburri per effettuare le controanalisi che, dato l’esito positivo, consentiranno la ripartenza dell’impianto. cosa che avverrà il lunedì 5 novembre 2012. per la cronaca, nella stessa giornata ripartivano le segnalazioni di molestie olfattive visto che i disagi, dopo pochi giorni (forse è meglio parlare di ore) di tregua erano ricominciati. quali conclusioni si posson dare ad una vicenda che non consideriamo per niente chiusa. certamente non si può non far notare la disparità di trattamento riservata alla cittadinanza: due pesi e due misure. da una parte, un’associazione radicata in difesa della salute di una comunità, impiega due anni per ottenere il controllo di un parametro delle emissioni in atmosfera dell’impianto. dall’altra, un imprenditore che nel giro di 48 ore riesce a: “sistemare” un bitumificio vecchio e malmesso, ottenere l’immediato intervento dell’arpa, l’annullamento del provvedimento di sospensione dalla provincia, ripartire “bello” come prima! quale fiducia nelle istituzioni si può nutrire oggi a brescia nelle istituzioni se la parte più debole rappresentata dai bambini non è difesa con rigore assoluto? noi non arretreremo di un passo nel cercare di difendere un idea di vivibilità e di città a misura di bambino più che di ogni altro! provincia ed arpa ai nostri occhi non ne escono molto bene, anche se riconosciamo in quest’ultima, massima stima e professionalita’ ; per quanto riguarda il settore ambiente della provincia chiederemo al giudice se non si configurino reati omissivi.

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