Le torri Tintoretto e Cimabue

Otto è il numero di volte che il Comune di Brescia ed il suo Assessore Bianchini (Lega Nord) ha cambiato idea sulla realizzazione del Contratto di Quartiere di San Polo che, allo stato attuale, prevede l’abbattimento della sola Tintoretto e non di entrambe le torri (Tintoretto e Cimabue) come si era detto in un primo momento.
Lo dice il Consigliere Regionale Francesco Patitucci a margine di una nota fattaci pervenire tramite mail in relazione alla interpellanza presentata in Regione proprio per chiedere come la Regione possa finanziare un progetto che, rispetto alla sua versione originale, conserva ormai ben poco.
Publichiamo integralmente la nota che abbiamo ricevuto:
Chi è che trarrà maggior vantaggio dall’abbattimento della Torre Tintoretto? Sicuramente non i cittadini di San Polo e nemmeno quelli di Sanpolino, almeno a ben vedere i piani del Comune di Brescia e lo strano disinteresse della Regione Lombardia che eroga i fondi del cofinanziamento. Come è risaputo, insieme agli altri consiglieri del Gruppo di IDV in Regione Lombardia, il Consigliere Francesco Patitucci ha presentato una interrogazione nella quale si chiedeva di chiarire come mai, verificato che il motivo dell’assegnamento dei fondi pubblici da parte della Regione Lombardia al Comune di Brescia appare completamente stravolto sulla base e sulla valutazione di un progetto che, dopo aver ottenuto il finanziamento rispetto alle determinazioni ab origine, non venga oggi più erogato non esistendo più allo stato attuale alcun progetto per il quartiere di San Polo, ma solo una rimaneggiata traccia foriera di una conseguente diminuzione di servizi senza beneficio alcuno; interrogano il Presidente della Giunta della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l’Assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti per conoscere: 1) quali siano state le motivazioni alla base di un tale cambio di direzione nei suddetti finanziamenti regionali; 2) chi lo abbia autorizzato; 3) quali siano stati gli strumenti di controllo da parte di Regione Lombardia tesi a verificare l’ipotesi che i soldi indirizzati a progetti di quartiere sarebbero successivamente stati indirizzati ad altre e diverse opere rispetto a quelle del bando come accade ora. Ebbene, la risposta dell’Assessore Zambetti è stata tanto confusa quanto evasiva. All’interno della sua relazione appare fin da subito chiaro che probabilmente qualche cosa deve essergli sfuggito visto che dice testualmente che “All’esito positivo della fase negoziale, Regione Lombardia e il Comune di Brescia hanno proceduto alla stipula di un’apposita convenzione che prevede la demolizione di uno solo dei due alti condomini citati dall’interrogazione e precisamente la cosiddetta Torre Tintoretto, che al suo interno aveva 192 alloggi di proprietà dell’ALER Brescia e la successiva realizzazione di 304 nuovi alloggi a canone sociale e moderato dislocati nella città. In parte questo nelle vicinanze della torre demolita proprio ed in parte in varie localizzazioni cittadine ottenute da ristrutturazioni, acquisizioni, ma anche nuove realizzazioni “.
Ebbene, alla luce delle recenti notizie, non risulta assolutamente chiarito dal Comune di Brescia se si edificherà nella vicinanze della torre demolita e, cosa ancora più grave, continua a rimanere un mistero se quel suolo, attualmente destinato ad opere di pubblica utilità, verrà riutilizzato per costruzioni destinate sempre all’uso collettivo. Sembra proprio che invece si navighi nella direzione opposta, destinando quel territorio ad edificazioni di villette private a carattere commerciale con evidente vantaggio di privati all’interno di un progetto realizzato con soldi pubblici. Nella realtà questo megaprogetto con enorme spesa di denaro pubblico appare sempre di più come una manovra di natura esclusivamente speculativa economicamente e politicamente, poiché non è diretto a risolvere veramente i presunti problemi sociali in quanto li sposta semplicemente di poche centinaia di metri trasferendo circa l’ 80% dei residenti della Tintoretto nei vicini condomini del nuovo quartiere di Sanpolino, appena nato ed ancora in fase di completamento violando con una indifferenza incredibile la vera destinazione d’uso degli appartamenti a canone moderato che il Comune di Brescia aveva realizzato e che dovevano essere destinati a giovani coppie o a coloro che adottavano un nonno. La realizzazione di questo contratto di quartiere distrugge quella idea di miglioramento della coesione sociale che si voleva realizzare sul territorio togliendo le case a giovani coppie, distruggendo quasi 200 appartamenti anche a danno delle oltre 2500 persone nelle liste di attesa. E Tutto questo in un periodo di forte crisi economica in cui invece bisognerebbe ottimizzare al massimo le risorse pubbliche. La sufficienza con cui l’Assessore Regionale Zambetti si è occupato del Contratto di Quartiere di San Polo si evince anche da una sua successiva dichiarazione, sempre nel corso della stessa seduta, che contraddice quella fatta appena pochi minuti prima quando diceva che la convenzione prevedeva la riedificazione nelle immediate vicinanze della torre Tintoretto. Zambetti dice : “L’oggetto del convenzionamento è andato in questa direzione, che non comprendeva la futura collocazione di quell’area, non è assolutamente competenza nostra, né è proprietà di Regione Lombardia, nella maniera più assoluta” . Strano, eppure è assolutamente assodato che il palazzo che si intende demolire è in diritto di superficie su terreno di proprietà comunale. A questo punto appare doveroso fare chiarezza sulla vicenda e vigilare attivamente affinchè si concordi con il Comune di Brescia che quell’area abbia una destinazione che sia conforme all’interesse pubblico (visto che stiamo parlando di un terreno di proprietà della collettività) per evitare che si prenda a pretesto il presunto disagio di qualche famiglia, si demolisca e si consenta al costruttore privato, attraverso un accordo con il Comune, di costruire su un’area, liberata con soldi pubblici, che prima era pubblica. L’Assessore Zambetti ha sicuramente recepito la richiesta di vigilare affinchè questo non avvenga, ma il dubbio che non vi sia alcuna volontà di intralciare i piani del Comune di Brescia nasce quando lo stesso Zambetti dichiara: “mi impegno a verificare senz’altro per dire la mia, tenendo presente che poi è il Comune che fa le scelte”. Rimane grave il fatto che, ancora oggi, in Regione Lombardia il Contratto di quartiere di San Polo rimanga un mistero sul suo risultato finale, rappresentando di fatto un contratto “in bianco” con facoltà al Comune di Brescia di fare le sue scelte agendo con soldi pubblici erogati dalla Regione Lombardia sulla base di una convenzione il cui risultato finale, ancora oggi, non è chiaro nemmeno all’Assessore che pure intende erogare il finanziamento.”

Francesco Patitucci

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