Amianto in via Brocchi 2Gli esiti della procedura di autotutela della Regione Lombardia scatenano ancora una volta l’ennesima polemica sulla discarica di amianto di via Brocchi, contestata, aperta, sequestrata e dissequestrata nel giro di pochi mesi.
In effetti la cittadinanaza bresciana si sarebbe aspettata che la procedura detta di “autotutela” avesse, per una volta, inteso tutelare il diritto alla salute dei cittadini ed invece il tutto sembra essersi ridotto con un risicato arretramento della stessa discarica di una trentina di metri.
Questo basta a riaprire lo scontro e la polemica con il Comitato Spontaneo Contro le Nocività che della discarica è sempre stato il principale oppositore. Pubblichiamo un Comunicato Stampa emesso dal Comitato in merito alla vicenda:

L’AMIANTO uccide e nella discarica Profacta di Via Brocchi, a Brescia, è stato stoccato in modo irregolare: a 70 metri dalle abitazioni ci sono pacchi forati, con amianto frantumato non ammesso in quel tipo di discarica e con lastre di eternit “trattate” con le vernici incapsulanti su un solo lato.
Un gravissimo rischio per l’ambiente, per la falda acquifera, per la nostra salute.
Le numerose irregolarità hanno portato la Procura della Repubblica di Brescia a un sequestro probatorio della discarica per circa un anno e ad una perizia che ha indotto il Magistrato a chiedere all’Assessore regionale all’Ambiente, Claudia Maria Terzi, un intervento decisivo.
E’ così iniziata, da parte della Regione, una procedura di “autotutela” tesa a verificare la correttezza dell’operato della Regione stessa al momento del rilascio dell’autorizzazione: il controllato ed il controllore sono lo stesso soggetto.
Il procedimento si è concluso il 15 novembre 2013, con la conferma dell’autorizzazione, contestualmente all’approvazione di importanti varianti, proposte da Profacta, al fine di risolvere le problematiche che hanno dato origine alla procedura stessa.
In conclusione la Regione ammette implicitamente le irregolarità denunciate dai comitati e dalla Procura accogliendo le modifiche chieste da Profacta; modifiche opportunisticamente definite non sostanziali, ma che al contrario implicano nuovi pesanti impatti sulle matrici ambientali. In questo modo Regione e Profacta evitano di sottoporre i nuovi lavori alla procedura prevista per le modifiche sostanziali, che comporterebbe l’applicazione delle nuove normative sull’amianto; il quale, tra l’altro, oggi viene considerato rifiuto pericoloso, da conferire in discariche più sicure ed a distanze dai centri abitati cinque volte superiori agli attuali ipotetici 100 metri.
Riassumendo:
➢ Irregolarità nell’autorizzazione da parte della Regione;
➢ Irregolarità nella gestione da parte di Profacta;
➢ La Procura rileva le irregolarità denunciate dai comitati e sequestra la discarica;
➢ La Procura chiede l’intervento dell’Assessore regionale all’Ambiente;
➢ La Regione assolve sé stessa. La Regione si autotutela ma non tutela i cittadini!
Negli ultimi anni la Regione Lombardia è stata più volte coinvolta (attraverso i suoi assessori, compresi molti assessori all’Ambiente) in gravi scandali, con reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta, al voto di scambio con la ‘ndrangheta, al traffico illecito di rifiuti e corruzione per la discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona) e per la Bre.Be.Mi.
Era necessario un atto di discontinuità che al momento, evidentemente, manca.

Brescia, 17 novembre 2013
COMITATO SPONTANEO CONTRO LE NOCIVITA’
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