protesta amiantoSe la discarica di amianto di via Brocchi è troppo vicina alle abitazioni, se sia già stata oggetto di un sequestro probatorio, se le opere di mitigazioni e messa in sicurezza del pericoloso amianto non sembrano essere sufficienti poco importa: il vero problema è che una raccomandata sia arrivata in ritardo!
La notizia è trapelata oggi, riportata tristemente e con una profonda delusione sui social network.
Il solito cavillo burocratico (che dovrebbe essere ben poca cosa rispetto alla salute della gente…) che già portò il TAR a rigettare il ricorso avverso la Profacta circa la realizzazione di una discarica di amianto in mezzo alla popolosa zona est della Città di Brescia, porta adesso anche il Consiglio di Stato a bocciare il ricorso, sebbene da tempo tutte le speranze si concentravano sul fatto che detto organo giudiziario entrasse finalmente nel merito della questione.
E così, tra l’incredulità generale la gente di San Polo e Buffalora si chiede come sia possibile che un banale ritardo nella notifica di un ricorso possa azzerarne le motivazioni che ne stanno alla base: in pratica è come se, il ritardo postale, allontanasse la discarica dalle case della gente!
Adesso ci si aggrappa al buon senso, alla politica che dovrebbe fare la sua parte e stare dalla parte dei cittadini, sperando che l’aria sia veramente cambiata e che a fronte di uno scandaloso silenzio della Giunta Paroli sulla vicenda , corrisponda una forte e chiara presa di posizione della nuova Giunta Del Bono riportando la politica dove dovrebbe stare: dalla parte dei cittadini nella difesa della loro salute e quella delle generazioni future.

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