Lo avevamo anticipato questa mattina, appena dopo che erano cominciate a circolare le voci in rete circa la presenza di auto e persone presso la discarica di amianto. A mezzogiorno era già ufficiale: la contestata discarica di via Brocchi è stata sottoposta a sequestro preventivo da parte della Procura tramite il Corpo Forestale dello Stato alla presenza (ci dicono) anche di funzionari dell’Arpa.
Era nell’aria già da tempo e, dati i rilievi effettuati, probabilmente non poteva andare diversamente. Già i Comitati ambientalisti avevano avanzato seri dubbi sulla correttezza del sistema di interramento dei manufatti. Depositati  in giornata e spesso lasciati privi della prescritta copertura, una torretta di osservazione poco stabile che non garantiva di osservare granchè, la totale mancanza degli alberi ad alto fusto previsti nella autorizzazione regionale, la presenza incerta di un anemometro per misurare la velocità del vento che, superata una certa soglia, imporrebbe lo stop al conferimento.
Insomma, già così ce ne sarebbe stato abbastanza , poi la copiosa pioggia di questi giorni ha completato il quadro evidenziando corposi ristagni d’acqua all’interno della stessa discarica contribuendo ad alimentare il dubbio fra la gente che forse le modalità di conferimento non erano proprio perfette  ed esenti da rischi per ambiente e popolazione.
Il sequestro di oggi conferma dunque che in base ai rilievi effettuati potrebbero esserci delle difformità tra quanto prescritto dalla Regione Lombardia ed il processo di interramento gestito dalla Profacta.
Esultano i Comitati che vedono finalmente riconosciuti mesi e mesi di segnalazioni e rilievi che non hanno minimamente scalfito la determinazione della Società del Gruppo Faustini nell’andare avanti facendosi forza della seconda autorizzazione della Regione, rilasciata il 21 Novembre scorso, per andare avanti con i lavori scavalcando il buon senso che avrebbe consigliato di aspettare il pronunciamento del Consiglio di Stato nel merito del ricorso presentato a suo tempo dal CodiSa.
Spesso l’interesse della Magistratura risveglia anche altri Enti, come ad esempio il Comune di Brescia che, guarda caso, sembra essersi accorto solo oggi che via Brocchi era ancora chiusa al traffico ed utilizzata ad uso privato dalla Profacta per il transito dei propri mezzi diretti in discarica e così, in una nota, informa di avere chiesto alla ditta di liberare immediatamente la strada visto che l’ordinanza di chiusura era stata emanata al solo scopo di consentire i lavori di approntamento della discarica.
Strano che nessuno se ne fosse ancora accorto visto che Comitati sono mesi che lo urlano nelle assemblee, nei comunicati ed in tutte le interviste. In fondo basterebbe solo un attimo di pausa ed una minima dose di buonsenso per fermarsi e riflettere sul fatto che il sito indicato non è idoneo a ricevere un bel nulla vista la eccessiva vicinanza alle abitazioni ed alla falda che, negli anni, i dati a disposizione dicono essere risalita.
Adesso si attende la convalida del GIP del provvedimento di sequestro: via Brocchi scrive un  nuovo capitolo di questa lunga e strana storia….

Sul nostro canale video su YouTube è disponibile il video realizzata da Mattia De Tursi, Diego Caia e Matteo Prosper con le immagini della discarica e l’intervista ad Alessandra Cristini del Comitato Spontaneo contro le Nocività.

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