Ci sono anche “polimeri solidi” nelle emissioni prodotte dal bitumificio Gaburri. Lo hanno rilevato i tecnici dell’Arpa intervenuti per dare seguito alle segnalazioni dei cittadini residenti nella zona a seguito del perdurare della presenza di cattivi odori nell’aria respirata.
Il problema è che questi famosi polimeri proprio non sono previsti nella autorizzazione rilasciata all’azienda.
A tal proposito, secondo quanto riportato dal giornale telematico Quibrescia (www.quibrescia.it), i tecnici si sarebbero giustificati dicendo che è in corso “una sperimentazione” che, ovviamente, avrebbe bisogno di una autorizzazione per essere avviata.
Peccato che questa autorizzazione, almeno a quanto è dato sapere, non sia mai stata rilasciata. E così, dalla Provincia di Brescia, sarebbe arrivato all’azienda, in data 29 ottobre, una richiesta di Stop alle attività e l’invito a mettersi in regola entro 15 giorni. Trascorso questo periodo una commissione valuterà se esistono o meno i presupposti per la ripresa delle attività che comunque, polimeri a parte per i quali l’Arpa potrebbe avviare un procedimento penale, immetterebbero nell’aria valori di polveri quasi doppie a quelle consentite.
Insomma, pare proprio che a San Polo e Buffalora il tempo del “Far West” nel settore del rispetto dell’ambiente e della salute pubblica sia proprio finito.
Certo, dispiace però dover constatare che per tutelare la salute pubblica debbano essere i cittadini ad attivarsi perché  in questo caso, come in quello del sequestro della discarica della Profacta gli amministratori non hanno mai attivato o sollecitato controlli pur avendo di fronte anni e anni di lamentele dei residenti.

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