Pampuri9(Giuseppe Faraone) – Il Centro Sportivo Pampuri a Sanpolino è ormai dalla nascita del quartiere al centro di numerose polemiche e vicissitudini attraverso le quali, nel corso degli anni, è maturata la convinzione che lo stesso debba essere reso fruibile alla collettività sanpolinese orfana di un qualsiasi centro di aggregazione.
Ebbene, la struttura, è sempre sembrata il posto più opportuno su cui puntare sia per la sua collocazione ottimamente inserita nel quartiere che per le potenzialità al suo interno.
Nello spazio di detto Centro Sportivo trovano infatti collocazione un campo di calcio da 11 con annessi gli spogliatoi di recentissima costruzione da parte del Comune, un campetto da 6, una piastra in cemento che potrebbe essere benissimo utilizzato come capetto di basket all’aperto ed una struttura in muratura da utilizzare come Bar o ristoro.
Dal lontano 2007, anno in cui nacque il quartiere di Sanpolino, questa struttura di proprietà comunale, è stata sotto la gestione della Parrocchia di San Polo Vecchio la quale, nel corso degli anni, non ha mai eseguito su di essa alcun lavoro di manutenzione tanto che oggi, si ritrova ad essere addirittura inagibile e destinataria di pesanti e costosi interventi di ristrutturazione.
Nel corso degli anni il Centro Sportivo è stato addirittura utilizzato impropriamente come luogo di raccolta differenziata di rifiuti ferrosi con i posizionamento al suo interno di un grosso contenitore su cui venivano sversati rottami vari o come luogo dove scorrazzavano allegramente anche i polli (vedi nostri precedenti servizi).
A suo tempo ci occupammo della vicenda ed i nostri servizi furono anche attenzionati dalla stampa televisiva e da autorevoli testate giornalistiche di carattere nazionale.
A seguito delle proteste il cassone del ferro fu rimosso ed anche i polli furono sfrattati ma il Centro Sportivo non fu restituito alla collettività rimanendo nella disponibilità della suddetta Parrocchia che, pur ammettendo di non essere in grado di gestirlo, continuò a detenerne le chiavi tenendolo chiuso.
Le proteste e le pressioni dei cittadini per la riapertura di questa struttura si sono fatte nel frattempo sempre più insistenti ed ecco allora che, dal cilindro della Amministrazione Comunale, viene fuori magicamente il solito coniglio: un progetto di ristrutturazione che vede protagonista (ancora) la Parrocchia di San Polo Vecchio, questa volta non in maniera diretta ma tramite alcune realtà sociali del territorio che accetterebbero di farsi carico della riapertura del Centro sostenendone buona parte delle spese necessarie.
Qualcuno potrebbe obiettare su come sia possibile riaffidarlo a chi, di fatto, lo ha detenuto per quasi 10 anni tenendolo chiuso: chi ne sa più di noi ci riferisce che la scelta è quasi obbligata in quanto sulla struttura graverebbe una delibera con vincolo di destinazione d’uso a “luogo di culto”.
Qualcun altro potrebbe storcere il naso obiettando che mai si sono visti centri sportivi destinati a luoghi di culto, ma su questo scegliamo di soprassedere perchè non ci piace alimentare polemiche sterili in quanto non ci è stato possibile verificare l’effettiva esistenza di detta delibera.
Veniamo invece alle parti salienti del progetto che nelle serate del 5 e 11 Novembre è stato sottoposto all’attenzione dei soci fondatori dell’Associazione “Sanpolino Oltre” oltre ad un ristretto numero di aspiranti volontari.
Perchè Sanpolino Oltre?
Perchè è una delle associazioni operanti sul territorio che, insieme alle ACLI, all’Associazione Pensionati S. Polo e Unità Pastorale dovrebbe gestire questo progetto di riapertura.
Quanto costa?
Per rimettere in piedi il Pampuri serve un investimento economico pari a circa 550.000 Euro. Per iniziare è stata ipotizzata una disponibilità finanziaria di 380.000 che consentirebbe di riaprirlo almeno in parte. In pratica si renderebbe fruibile la struttura per ospitare il bar ma non il campetto da calcio che necessiterebbe di ulteriori interventi. Il campo da 11 con annessi spogliatoi non rientra nell’investimento in quanto verrà assegnato ad altra gestione.
Chi paga?
Ve lo diciamo subito: l’unico che non spende nulla a fondo perduto è il Comune. Vediamo il perchè.
Sulla struttura il Comune realizza delle opere strutturali facendole fare a ditte debitrici nei confronti del Comune per un importo di 140.000 Euro. Questi soldi, che pure non vengono spesi dal Comune dovranno comunque essere restituiti. La domanda d’obbligo è: ma se il Comune questi soldi, di fatto, non li spende, per quale ragione devono essere restituiti? Se queste ditte avessero fatto altri lavori in altra parte della Città, nessuno avrebbe dovuto restituire nulla!
Oltre a questo, il Comune anticipa altri 100.000 Euro, ma anche questi dovranno essergli restituiti in opere.
E qui finisce la disponibilità del Comune al quale bisognerà anche versare in contanti e dilazionati nel tempo, altri 100.000 Euro per l’acquisizione del diritto di superficie su cui sorge la struttura.
A questi 340.000 Euro che ballano a mezz’aria si aggiunge un investimento di 100.000 Euro da parte della Curia Diocesana, 20.000 Euro da parte dell’Associazione pensionati di san Polo e altrettanti da parte del Circolo ACLI Bird: totale 380.000 Euro.
Dove si prendono i 340.000 Euro da restituire e versare?
Nel corso di questi incontri è stata chiesta ai presenti la disponibilità a svolgere delle attività di volontariato. Perchè?
Si è detto che il Comune i 240.000 Euro per la ristrutturazione li vuole essere restituiti. Per tale ragione sono stati individuati dei lavori che hanno un costo per le casse del Comune e che dovranno essere svolti dai cittadini facendo in modo che essi non siano più a carico del Comune fino al saldo del “debito”. Questi lavori dovrebbero consistere nel taglio dell’erba del vicino Parco “Peppino Impastato” con la rifinitura dei bordi e la pulizia dei viali, uno spazio compiti per due aperture settimanali, l’apertura del bar e l’uso del salone da parte del Comune per 10 volte l’anno oltre ad una serie di iniziative sociali da parte delle associazioni coinvolte. Il pacchetto viene valutato circa 31.000 Euro annui.
Dunque in un periodo di 7/8 anni verrebbe coperto il debito con il Comune.
Chi acquista cosa?
Oggetto del contendere è l’acquisizione del diritto di superficie. Dai discorsi fatti parrebbe ovvio che detto diritto debba essere acquisito dalle associazioni che si fanno carico, con il loro lavoro, di coprire il debito con il Comune e di reperire e versare i soldi per l’acquisizione di detto diritto. E invece no, perchè, in virtù di quello che SI DICE circa il vincolo sulla sua destinazione d’uso, questo diritto può essere acquisito solo dalla Parrocchia di San Polo Vecchio. Le associazioni con relativi volontari al seguito, riceverebbero da essa una delega alla gestione. E se le associazioni o i volontari venissero meno? Se questo succede prima del saldo del debito con il Comune si azzera tutto, il Comune si riprende la struttura e la sua destinazione seguirà altre strade. Se succede dopo che il debito è stato saldato il diritto di superficie rimane nella disponibilità della Parrocchia di San Polo Vecchio per i prossimi 99 anni (durata del diritto di superficie).
Chi assume cosa?
Chi ha scelto in nome e per conto dell’intera comunità abitativa del quartiere si è assunto una grande responsabilità.
Lo ha fatto il Comune decidendone l’assegnazione rinunciando a priori a valutare progetti alternativi attraverso, per esempio, un tavolo partecipativo aperto a varie altre realtà che potevano essere interessate.
Lo hanno fatto le persone che hanno accettato di pagare, con il loro lavoro volontario, quanto necessario all’acquisizione del diritto di superficie da parte della Parrocchia inibendo, nei fatti, la possibilità di assegnazioni alternative da parte del Comune in caso di sopravvenuta impossibilità gestionale.
Conclusioni
Da un esame di quanto sopra si evince che:
1. Il Comune anticipa ma poi alla fine ci guadagna anche i 100.000 € che verranno versati in contanti per l’acquisizione del diritto di superficie
2. La Parrocchia di San Polo Storico acquista il diritto di superficie per 99 anni sulla struttura a fronte di un investimento di pari importo da parte della Curia Diocesana
3. Le Acli/Bird e l’Associazione pensionati di San Polo acquisterebbero pari poteri decisionali all’interno di una ipotetica associazione per la gestione del centro a fronte di un investimento di circa 20.000 € ciascuno.
4. I volontari che credono nel progetto lavoreranno per i prossimi 7/8 anni tagliando l’erba dal vicino Parco “”Impastato”, ne cureranno i bordi e puliranno i vialetti, terranno aperto il bar dal martedì alla domenica, realizzeranno iniziative, assicureranno lo spazio compiti fino al saldo del debito nei confronti del Comune di 340.000 €.

Alla prossima domanda rispondetevi da soli: CHI FA UN AFFARE?
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