20121018_135201Sulla discarica di amianto di via Brocchi si sono spesi fiumi di parole, faldoni di fatti e tempi epocali di ricorsi giuridici ma nulla sembra poterla fermare, nemmeno le prescrizioni a pena di decadenza, contenute all’interno della stessa autorizzazione.
Questa discarica si avvia dunque a diventare un vero e proprio “caso” nazionale, un caso unico in cui, nonostante il mancato rispetto delle prescrizioni, le autorizzazioni non decadono ma anzi, si apprestano ad essere rinnovate anche se, nel primo esperimento di messa a dimora dell’amianto, le noncuranze sono state tante e tali da provocare un sequestro della stessa struttura.
Il Comitato Spontaneo che da anni lotta per impedire che questa discarica entri in funzione interviene sulla vicenda con un comunicato dal quale emerge tutta la preoccupazione, visti i fatti esposti, circa la volontà della Regione Lombardia di mettere da parte gli interessi degli imprenditori e guardare un pò anche al diritto alla salute dei cittadini.
Verrebbe da chiedersi anche, aggiungiamo noi, quale possa essere il ruolo all’interno di questa intricata vicenda, dell’Amministrazione Comunale visto che, per definizione, il Sindaco è il primo garante della salute dei cittadini e questa opera sembra proprio costituirne una seria minaccia!
Pubblichiamo il comunicato del Comitato Spontaneo:

” Nel mese di febbraio il Comitato spontaneo contro le nocività ha inviato alla Regione Lombardia l’elenco delle inadempienze e delle incongruenze rilevate presso la discarica di amianto di Via Brocchi. La lista è lunga, ma ci preme segnalare un paio di cose …, che riportiamo qui di seguito: 

II) E’ stabilito il termine massimo di un anno dalla data di approvazione del presente provvedimento per l’inizio dei lavori di realizzazione dell’impianto ex – novo ed un termine massimo di tre anni dalla stessa data per l’ultimazione dei lavori stessi; il mancato rispetto di tali termini comporta la decadenza dell’autorizzazione.

I lavori sono iniziati lunedì 1 febbraio 2010, ma a tutt’oggi non risultano ancora completati dato che manca la barriera fonoassorbente, manca un adeguato sistema di drenaggio in caso di piogge insistenti e più avanti parleremo della barriera di mitigazione e della mancanza del punto di osservazione per la popolazione; addirittura, nonostante la discarica non sia ancora completa, l’amianto è già stato depositato. E’ evidente che l’autorizzazione a questo punto risulta chiaramente decaduta.

IX) Dovrà essere realizzata una significativa fascia boscata (ossia utilizzando essenze arboree d’alto fusto, arbusti alti e bassi) con funzione di filtro, sia in fase di approntamento sia in fase di esercizio, lungo il lato nord e ovest della discarica. Le piante da collocare a dimora dovranno essere autoctone. Tutto il materiale dovrà essere in zolla e messo a dimora prima dell’inizio dei lavori d’approntamento della discarica.

E’ stata realizzata una misera fascia boscata piantumata solo dopo e non prima dell’inizio dei lavori di approntamento della discarica ….  facendo venir meno la sua utilità indirizzata alla tutela della qualità dell’aria nelle zone limitrofe e mettendo così a rischio la salute pubblica durante il periodo di approntamento della discarica. La misera fascia boscata ora esistente è fatta con alberi che forse, se sopravvivono, potranno diventare di alto fusto. Per ora buona parte delle piante (circa il 35-40%) è morta senza essere mai stata rimpiazzata e quindi la fascia boscata non è idonea a svolgere adeguatamente il compito di mitigazione ambientale durante le fasi di gestione. E’ evidente dunque che a tutt’oggi l’impianto non può essere considerato completato.

In base a quanto sopra è evidente che sulla discarica di amianto di Via Brocchi dovrebbe essere messa una bella croce e non se ne dovrebbe più parlare.

Su richiesta della ditta PROFACTA di Faustini presentata nell’agosto 2013 è tuttavia in corso la procedura per il rinnovo con modifiche dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (quella rilasciata nel 2009 è scaduta alla fine di febbraio) e la Regione Lombardia, che nel novembre 2013 ha concluso una procedura di autotutela con cui ha confermato (riformandola) la vecchia autorizzazione rilasciata in modo irregolare, si accinge ora a concederne il rinnovo: sempre nel mese di febbraio ha trasmesso alla ditta proponente una richiesta di integrazioni al progetto di modifiche presentato in agosto dopodiché verrà convocata una conferenza dei servizi cui seguirà la decisione in merito al rinnovo.

A quanto pare né l’imprenditore (e questo è comprensibile) né la Regione (e questo è un po’ meno comprensibile) hanno intenzione di rinunciare ad un progetto che si è già dimostrato pericoloso e dannoso per la salute pubblica in molteplici occasioni. Ancora una volta le nostre Istituzioni sembrano privilegiare l’interesse di un imprenditore privato, che in diverse occasioni si è dimostrato poco affidabile, ignorando e calpestando l’interesse pubblico e mettendo a rischio il diritto alla salute di tutti.

Ancora una volta il Comitato spontaneo contro le nocività ripete il suo no alla discarica di amianto di Via Brocchi e a tutte le discariche di amianto, soprattutto in considerazione del fatto che da tempo sono noti diversi metodi di trattamento che, annullandone la pericolosità, ne permettono il riciclo.

COMITATO SPONTANEO CONTRO LE NOCIVITA’ “

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