Arrivano i primi effetti della diffida del Consigliere Regionale IDV Francesco Patitucci sulla controversa vicenda della ex Cava Piccinelli ad oggi ritenuta un potenziale pericolo di inquinamento radioattivo da Cesio 137. Nella sua diffida Patitucci ha inteso coinvolgere Enti ed Istituzioni che sul caso dovevano e devono vigilare ed intervenire.
Lo stesso Consigliere ci informa che in data 13.02.2012 la Direzione Sanitaria dell’ASL ha dato seguito al suo esposto facendogli pervenire una comunicazione nella quale l’ASL ricostruisce la vicenda relativamente alle proprie competenze.
Secondo l’Azienda le prime notizie della Cava risalgono già al 1976 allorchè vi fu installata una piccola fonderia di ottone ed alluminio dalla ditta DORNZO & RIVADOSSI.
Nel 1988, a seguito di ritrovamento di alcuni materiali inerti abbandonati lungo le scarpate di accesso, il Comune di Brescia ne richiese la bonifica ma nel frattempo il sito fu dato in affitto dagli eredi Piccinelli alla ditta IMPES (costitutita dagli stessi proprietari del terreno)  che a sua volta lo affittò alla CA.GI.METAL.
Nel 1994 alcune analisi della ASL evidenziarono la presenza di rifiuti tossi con radiocontaminazione da Cesio 137 con conseguente denuncia all’Atorità Giudiziaria. Da tale denuncia nasce una complessa azione

Parte della lettera inviata dall'ASL al Consigliere Patitucci

giudiziaria che porta alla condanna di alcune persone ma, soprattutto, alle azioni di approntamento della bonifica da parte del Comune di Brescia intervenuto in surroga nella proprietà.
Le successive indagini che quantificarono la presenza di Cesio 137attorno ai 3 Curie resero necessaria l’immediata messa in sicurezza del sito. L’operazione fu affidata alla ditta Nucleco che oltre alla recinzione del sito procedette alla copertura delle particelle di terreno contaminate con teli ricoperti di argilla.
Tale operazione aveva il carattere di provvisorietà per una durata di circa due anni. Purtroppo, ad oggi, essa è ancora l’unica forma di tutela presente su un terreno certamente non meno pericoloso di allora.
Il Comune incaricò allora professionisti esterni di intraprendere gli studi per l’azione definitiva di bonifica.
Fu redatto un progetto che prevedeva la rimozione di circa 2000 metri cubi di terreno contaminato ed il suo stoccaggio in 250 contenitori di acciaio – cemento oltre la rimozione di altri rifiuti tossici comunque presenti nel sito.
tale progetto, su cui l’ASL ha espresso parere positivo, E’ ANCORA IN ATTESA DI ESSERE REALIZZATO.
Ovviamente l’ASL precisa che non è sua competenza la realizzazione materiale della messa in sicurezza.
In attesa che questo progetto fosse finanziato il Comune di Brescia collocò nel terreno 4 piezometri fino alla falda per poter valutare eventuali contaminazioni dell’acqua.
Attualmente (n.d.r. incredibile ma vero!) il sito si presenta in stato di abbandono di difficile accesso, con recinzione discontinua e con due dei quattro piezometri addirittura irreperibili.
Per le prossime settimane (n.d.r. era ora!) il Comune di Brescia si è impegnato a ripristinare i piezometri e la recinzione rendendo il sito nuovamente accessibile per eventuali rilievi.
IMPORTANTISSIMA LA CONCLUSIONE DELLA LETTERA DELL’ASL nella quale si scrive testaualmente: ” Si tiene a sottolineare che il sito di che trattasi si trova in un’area al margine della Città di Brescia, Quartiere San Polo – Buffalora, nella quale, accanto a consistenti insediamenti di edilizia economico – popolare in via di continua espansione, esistono altre attività estrattive, di trattamento e di eliminazione di rifiuti, con numerose ex cave per le quali viene richiesto il riempimento con rifiuti diversi. In considerazione di tali caratteristiche di area, l’ASL ha da tempo espresso pressochè costantemente PARERE SFAVOREVOLE, sotto il profilo igienico sanitario, ALLA REALIZZAZIONE DI NUOVE DISCARICHE.
Si segnala che la presente relazione è già stata trasmessa all’UO Rapporti Istituzionali della Regione Lombardia, a riscontro delle ITR 3175 e 3171
“.
La lettera porta la firma del Direttore Sanitario Dr. Francesco Vassallo.
“Alla luce dei contenuti della lettera fattami pervenire non posso che dichiararmi stupito ed ancora più preoccupato” dichiara Patitucci “su come è stata gestita nel passato e nel presente la delicata vicenda Piccinelli, ma ancora di pù rimango senza parole nell’apprendere del parere palesemente negativo dell’ASL sull’apertura di nuove discariche nel comprensorio San Polo – Buffalora e mi piacerebbe capire come è stato possibile autorizzare PER BEN DUE VOLTE la realizzazione di una discarica di amianto in via Brocchi da parte della Regione Lombardia tra l’indifferenza pressochè totale di Comune di Brescia e Provincia di Brescia”

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